Il cortile della Biblioteca Gambalunga di Rimini, da luogo solitamente silenzioso e di passaggio, si è completamente trasformato riempiendosi di colori, musica e volti lo scorso 29 maggio in occasione dell’evento conclusivo del progetto “La via che non ti svia”.
Un progetto presentato dal Comune di Rimini come capofila insieme all’Unione dei Comuni dell’Alta e Bassa Valmarecchia e che, con un ottimo piazzamento in graduatoria, ha ottenuto un finanziamento di 130.000 euro nell’ambito del Fondo Europeo. Obiettivo: svolgere azioni rivolte in particolare all’inclusione sociale di giovani di “seconda generazione” ma coinvolgendo anche le loro famiglie e altri minori stranieri e italiani.
Musica, immagini e video, graffiti, performance teatrale, apericena multiculturale…gli ingredienti di questo bel momento di festa.
“Il progetto ha coinvolto quest’anno circa 500 giovani della provincia di Rimini, e in particolare 40 ragazzi per le azioni di recupero scolastico” – racconta Patrizia Fiori, referente del Comune di Rimini per le politiche di immigrazione.
“Ma ha avuto anche un altro grande merito che è quello di aver messo in rete diverse organizzazioni del territorio creando una bella sinergia e un impegno condiviso finalizzato ad un obiettivo comune: valorizzare le diversità di cui i giovani stranieri sono portatori”.
Protagonisti a vario titolo delle azioni progettuali molti soggetti a partire dalla Coop. Sociale Madonna della Carità, Coop. Eucrante, Ass.ne S. Zavatta ONLUS, EducAID, Coop. Sociale Il Millepiedi, Fond. Enaip S. Zavatta, Ufficio Scolastico Regionale insieme anche all’Azienda USL e alla Provincia di Rimini.
Ma ascoltiamo direttamente alcuni degli operatori coinvolti a partire da Giorgia Guenci Villa della Cooperativa Eucrante: “Come Eucrante ci siamo occupati principalmente delle attività di orientamento alla scelta della scuola superiore con i ragazzi di III Media, coinvolgendo nel progetto anche le loro famiglie per favorire il dialogo, in questo momento che per i ragazzi è sicuramente delicato e carico di preoccupazione e attese. Ma abbiamo svolto anche attività specifiche di tutoraggio e sostegno allo studio, rivolte in particolare ai giovani in difficoltà, per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica”.
Protagonisti del settore dedicato all’ “educativa di strada” un’equipe di educatori della Coop. Millepiedi e dell’Ass.ne Sergio Zavatta ONLUS. Spiega Paolo Vairani: “Le attività in strada sono state innanzitutto finalizzate a un primissimo aggancio per incontrare i ragazzi nei luoghi in cui abitualmente si ritrovano. Abbiamo poi cercato di conoscerli meglio per scoprire anche le loro passioni, i loro interessi, i loro talenti. A partire da queste scoperte abbiamo proposto per loro alcune attività laboratoriali e formative e un torneo di calcetto, ‘Il gol che non ti svia’. Stretta collaborazione è stata avviata con i centri giovani del territorio, in particolare Casa Pomposa, RM25, Yuzz, Ora d’aria…”.
Molte altre le azioni realizzate in questo anno di attività, a partire dai video che hanno prodotto i ragazzi dell’I.S. Tonino Guerra di Novafeltria nell’ambito dei laboratori proposti da EducAid, le video-interviste realizzate a Rimini, Pietracuta, Poggio Torriana, Santarcangelo, Novafeltria, le attività di street art, i laboratori di barman, aerografia, hip hop, inglese, il sostegno allo studio e potenziamento linguistico, il laboratorio teatrale coordinato da Roberto Sardo e che si è concluso con una performance proprio nell’ambito della festa in cui protagonisti sono stati un gruppo di ragazzi rifugiati politici accolti nell’ambito del progetto SPRAR. Le diverse azioni sono state raccontate attraverso un video realizzato da Albo Romanotto, proiettato in anteprima proprio in occasione della festa finale.
Obiettivo degli educatori che hanno accompagnato i ragazzi nel percorso è stato quello di favorire il loro senso di autostima, la loro conoscenza delle risorse del territorio, la loro integrazione e contemporaneamente valorizzare il loro protagonismo prevenendo situazioni di disagio sociale o elevata conflittualità.
Che cos’è integrazione secondo i ragazzi coinvolti nel progetto?
Per Fabio significa innanzitutto “farsi degli amici”. Per Giulia è come una torta in cui “metti insieme farina, cioccolato, zucchero…e speri che venga fuori un buon dolce”. Per Angelo è difficile perché, a volte, ci si sente come “a metà tra due culture e due paesi”.
Sicuramente la strada per una reale inclusione sociale non può essere calata dall’alto ma passa anche da questi piccoli, ma preziosissimi, passi.
Silvia Sanchini