Oggi, il tempo dei bambini è un tempo pieno. Sia a scuola, per la durata della giornata scolastica che dopo la scuola, dove di frequente le attività pomeridiane si susseguono fino spesso all’ora di cena, riportando i bambini stanchi a casa e ai loro giochi.
Per gli adulti è chiara la distinzione fra tempo libero e non. Solo dopo gli otto anni i bambini concepiscono il passare del tempo come un evento inevitabile e che porta con se dei cambiamenti (crescita, invecchiamento). Per riuscire a comunicare lo scandire delle ore ad un bambino è fondamentale dare loro una routine: cioè il tempo deve essere scandito da una serie di azioni che si susseguono con una certa regolarità.
Anche il tempo libero può diventare parte di questa routine, perché può rappresentare quella parte di tempo in cui il bambino è libero di scegliere cosa fare.
Oggi c’è una riscoperta dei ritmi lenti anche per i bambini; la studiosa inglese Teresa Belton sottolinea la necessità di riscoprire la noia come strumento per scegliere in modo indipendente cosa ci piace di più. Il vuoto è un concetto di cui bambini e ragazzi fanno poca esperienza.
C’è ancora l’idea che più cose si offrono loro, più li si stimola e più acquisiranno competenze. Bisognerebbe chiedersi quale significato viene dato alla parola ozio. Il termine “otium” indicava un’occupazione volta alla riflessione e si contrapponeva al concetto di “negotium”, che intendeva un’occupazione delle proprie cose (famiglia, lavoro ecc..). Con il passare del tempo il termine ozio ha assunto una connotazione negativa (l’ozio è il padre dei vizi), perché sinonimo di inattività, pigrizia.
A volte, manca da parte degli adulti un filtro adeguato che protegga il bambino dall’essere travolto da stimoli eccessivi o richieste pressanti. In altri casi, ci può essere un’aspettativa genitoriale smisurata che prevede di proporre ai figli svariate attività sportive o artistiche.
Spesso però è una sottrazione di qualcosa e non un’opportunità, perché viene ridotta o annullata l’area del gioco, del tempo libero che rappresenta un’esperienza importante nella crescita di un bambino perché fonte di riposo e rilassamento ed anche di creatività ed espansione di sé.
Quindi oltre agli impegni scolastici che già tolgono energie ai bambini, il tempo libero viene occupato da attività che di frequente prevedono rendimento e risultati da ottenere, e tutto ciò è fonte di stress per i bambini.
Le attività dopo la scuola sono il modo che molti genitori usano per riempire lo spazio tra la scuola e il loro ritorno dal lavoro. È anche raccomandabile però, che i bambini abbiano momenti da condividere con la famiglia.
Non si mette in discussione la necessità che i bambini siano occupati perché entrambi i genitori lavorano. Il gioco libero, spontaneo è tipico dell’infanzia. Quando un bambino ha avuto una giornata piena di attività, fisicamente si esaurisce e ciò probabilmente impedisce che la sera si possa divertire con i suoi genitori.
Quando si sceglie un’attività extracurricolare è importante tenere conto di tre aspetti: la necessità, il gusto e la capacità del figlio. È importante inoltre chiedersi:
a mio figlio piace davvero questa attività o la svolge perché noi genitori l’abbiamo praticata o abbiamo sognato di farlo?
Questa attività aiuterà mio figlio a sviluppare una capacità innata che vale la pena di coltivare?
Scrive Winnicott: “ E’ soltanto mentre gioca che il bambino o l’individuo adulto è in grado di essere creativo, e di far uso dell’intera personalità, ed è solo nell’essere creativo che l’individuo scopre la parte più profonda di sé; il proprio Sé corporeo; sulla base del gioco viene costruita l’intera esistenza dell’uomo, come esperienza di Sé”.
Dovremmo imparare a renderci conto che i nostri tempi non vanno di pari passo con i tempi dei bambini e per fare ciò dobbiamo riprendere contatto con il nostro Sé infantile, attraverso la fantasia, le emozioni, gli affetti, il gioco. Questo significa riuscire a sintonizzarci con i nostri bambini su un piano che lui conosce e che gli è più congeniale, quello ludico e affettivo.
L’ascolto è fondamentale. Solo ascoltando i nostri figli le loro inclinazioni e i loro talenti, potremo dire di aver cercato di offrire loro una possibilità in più. Solo così il tempo vuoto potrà dirsi pieno o riempito bene, anche con una sola attività, altrimenti il tempo libero sarà riempito di tanto, ma sarà tempo vuoto, svuotato di quello che può dare un senso all’esistenza, a partire dall’infanzia.
5 ottobre 2015
Dottoressa Erica Zaghini
Psicologa e Psicoterapeuta
Servizio Liberamente Cooperativa Il Millepiedi