Nel servizio di educativa domiciliare si intende promuovere la formazione della personalità del bambino da uno a tre anni, con la prospettiva di formare soggetti liberi, responsabili e attivamente partecipi alla vita sociale. Essa persegue sia l’acquisizione di capacità e competenze di tipo comunicativo, espressivo, logico ed operativo, sia un’equilibrata maturazione e organizzazione delle competenze e delle componenti affettive, sociali, cognitive e morali della personalità di ogni individuo. La determinazione di tali finalità deriva dalla visione del bambino come soggetto attivo, impegnato in un processo di continua interazione con i pari, gli adulti, l’ambiente che lo circonda e la cultura, consentendogli di raggiungere traguardi di sviluppo in ordine di identità ed autonomia, in sintonia con valori quali la libertà, il rispetto di sé e degli altri, la solidarietà, la giustizia e l’impegno ad agire per il bene comune.
L’accoglienza è il presupposto di ogni attività che viene proposta, è un modo di essere delle educatrici che si esplica attraverso il loro stare con i bambini. Un’accoglienza efficace si interessa certamente di come il bambino entra o esce dalla scuola, di come avviene il suo inserimento e ambientamento, ma soprattutto fa appello ad un concetto fondamentale del processo educativo: la fiducia nel bambino come persona competente. Nell’ottica dello sviluppo globale del bambino, vengono organizzati alcuni percorsi particolari che riguardano i seguenti Campi di esperienza (ambiti del fare e dell’agire del bambino):
- La percezione e il movimento Il gesto,
- l’immagine e la parola
- I problemi, le prove e le soluzioni
- L’ambiente e la socialità
- Crescere giocando
Il raggiungimento degli obiettivi sopra esposti viene perseguito attraverso:
- l’esplorazione e la ricerca
- la vita di relazione
- la valorizzazione del gioco
- la mediazione educativa
- l’osservazione
- la progettazione
- la verifica e la documentazione.
Proprio perché si tratta di bambini molto piccoli (tra i 12 e i 36 mesi), viene data grande importanza alla gestione delle routine, il quotidiano: l’accoglienza, l’angolino, il momento del cambio e del bagno, il pranzo, il riposino, la restituzione ai famigliari.
Ogni anno le educatrici, terminato il periodo dell’inserimento durante il quale hanno avuto modo di osservare i bimbi, come interagiscono tra loro, con gli adulti, con l’ambiente, predispongono il progetto educativo dell’anno che viene presentato ai genitori durante la riunione di novembre. Gli obiettivi generali vengono tradotti, tenendo conto dei campi di esperienza, in attività specifiche attraverso la metodologia sopra esposta.
Le attività svolte sono validate dall’esperienza delle educatrici, dai loro percorsi formativi e di aggiornamento e dalla letteratura specifica.